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I governi del G7 mettono in gioco 2000 miliardi di dollari

di Mario Platero

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12 ottobre 2008

(Dal nostro inviato)
WASHINGTON – Dopo un comunicato del G7 che gli analisti hanno giudicato in prima battuta "blando" e non sufficientemente aggressivo di fronte alla crisi finanziaria sistemica con cui si confronta il Pianeta, i singoli paesi del G7 cercheranno di passare dalle parole ai fatti. A Washington in ambienti vicini al Gruppo dei Sette, si da certo che Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania metteranno in pratica a breve misure straordinarie che potrebbero mobilitare, una volta erogati i fondi, una disponibilità di danaro complessiva superiore ai 2000 miliardi di dollari. C'e' intanto il pacchetto americano da 700 miliardi di dollari che potrebbe essere già in parte mobilitato per rafforzare il capitale di Morgan Stanley, la prestigiosa banca d'affari che versa in gravi difficolta' e ha disperato bisogno di un aumento di capitali o di un accesso a importanti quantitativi di liquidita'.

Fonti autorevoli raccolta a Washington inoltre danno per certo che oggi a Parigi, alle riunioni dei 14 leader europei, il Cancelliere tedesco Angela Merkel presenterà un pacchetto da circa 400 miliardi di euro (circa 536 miliardi di dollari). Il pacchetto includerà garanzie dello stato e l'opzione per la partecipazione diretta nel capitale delle istituzioni in difficoltà. L'erogazione sarà condizionata a certi impegni che dovranno essere sottoscritti dalle banche e il pacchetto potrebbe essere discusso e approvato già domani mattina a Berlino. La gran Bretagna metterà sul tavolo il suo piano da 400 miliardi di sterline, circa 682 miliardi di dollari già annunciato la settimana scorsa, con l'autorizzazione all'acquisto di titoli fino a 50 miliardi di sterline e garanzie a breve e medio termine per altri circa 100 miliardi di sterline.

Ma il fatto nuovo e' che alcune delle banche inglesi hanno annunciato che entro le sette del mattino di lunedi' presenteranno i dettagli della loro partecipazione al piano di salvataggio messo a punto dal governo inglese. Il piano prevede l'annuncio delle dimissioni di alcuni dei manager delle banche in difficoltà ad esempio Fred Goodwin, l'amministratore delegato di Royal Bank of Scotland. Ma secondo le indiscrezioni che circolano a Washington le autorità potrebbero anche richiedere la chiusura temporanea di alcune attività di Borsa per consentire agli investitori di analizzare nel dettaglio il progetto, che dovrebbe portare liquidità al sistema e consentire ai mercati del credito di riprendere a funzionare.

Questi dettagli sono certamente più concreti di quelli che avevamo appreso venerdì sera. Danno corpo al comunicato in cinque punti del G7 che diventa una sorta di ombrello guida al di sotto del quale i paesi cercano lo stesso di coordinare, pur con diverse politiche fiscali, gli interventi per poter rispondere alle sfide del mercato globale.
Proprio quello che aveva chiesto mattina il Presidente George W. Bush quando e' apparso coi ministri finanziari del G7 nel Giardino delle Rose della Casa Bianca.
"I mercati in agitazione richiedono una seria risposta globale" ha detto il Presidente. E subito dopo ha aggiunto:"la crisi e diffusa a livello mondiale e non potra' essere risolta in tempi brevissimi… Useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per risolvere i problemi di liquidita', ci troviamo nel mezzo di questa crisi insieme e ne usciremo insieme" ha detto il Presidente nel suo terzo discorso do questa settimana.
Poi, in serata, i ministri del G7 si sono riuniti con altri 12 paesi membri del G20 piu' il rappresentante dell'Unione Europea. Il G7 ha cercato cosi' di estendere anche a un gruppo maggiormente rappresentativo dell'economia globale il pacchetto di aiuti perche' potesse essere sottoscritto con entusiasmo analogo a quello manifestato venerdi' dai sette grandi in occasione delle rispettive conferenze stampa.

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